Questo spettacolo teatrale, come più volte sottolineato, è l’adattamento dell’opera “Tre donne per Gennaro” di Flavio Vasile.
IL TESTOLa scelta è caduta su questo testo per più d’un motivo. Primo, è una commedia brillante, che alterna dialoghi frizzanti e situazioni grottesche. Il suo tono leggero, ma mai caricaturale per non cadere nel farsesco, ben si prestava come “cambio” d’impostazione rispetto alla tragicità dello spettacolo precedente, Nemîs come prime. L’umorismo nasce dall’eccesso dei personaggi, dalla comicità degli equivoci e dalla teatralità del linguaggio. In secondo luogo, i personaggi erano ben delineati e adatti agli attori a disposizione.
LA RECITAZIONEIl fatto che il ritmo fosse serrato non rappresentava un problema, visto che è un aspetto sul quale lavoriamo molto da sempre. Gli attori hanno compreso fin da subito l’importanza della precisione nei tempi comici, specialmente nei vivaci botta e risposta tra le tre donne e tra Luca e Giuppy. Sapevano che le battute dovevano “rimbalzare” tra i personaggi con fluidità, rispettando le pause comiche ed accelerando nei momenti di tensione o di confusione. Tutto l’inverno è stato un continuo provare, anche tre volte la settimana, per acquisire i movimenti e tempi corretti.
I PERSONAGGICome detto, l’autore ha saputo ben delineare i cinque personaggi: Cristina ha una sua dolcezza genuina, ma non banale e la sua insicurezza doveva emergere in modo tenero e realistico. In fondo, lei è il centro affettivo della storia; Daria, manager, forte e dura, doveva bilanciare la durezza del suo carattere con i momenti di fragilità mediante l’uso del sarcasmo, la sua arma di difesa; Milena, romantica sognatrice, fragile, è la più emotiva delle tre. La sua interpretazione doveva esaltare questi aspetti attraverso il contrasto tra i suoi slanci emotivi e le goffe esitazioni, senza rendere il suo personaggio una “sciocchina”; Luca è un millantatore, goffo ed ambiguo, dai gesti esagerati, sguardi maliziosi, che deve destreggiarsi tra l’essere un seduttore e la sua realtà di furfante; Giuppy è il “personaggio” dello spettacolo. Al suo ingresso, la scena subito si vivacizza, ma la difficoltà sta nel non essere una caricatura grottesca, ma un ritratto fedele di certi personaggi, senza scivolare in facili ammiccamenti e scadere in banali battute.
LA SCENALa scenografia deriva dalla descrizione che l’autore fa di Cristina: una donna che possiede un negozio di alta moda. Abbiamo pensato, dunque,ad uno spazio sobrio, elegante, senza tanti fronzoli, con le pareti di color tortora, molto di moda oggigiorno, che ben contrastava con i mobili bianchi. In scena c’è l’essenziale, in modo che fosse funzionale ai movimenti e facilitasse le continue entrate ed uscite dei personaggi.
I COSTUMINella scelta dei costumi siamo partiti da due punti fondamentali: Daria doveva essere vestita di nero, sobria, come può esserlo una manager rigida come lei, e dai colorati abbinamenti indicati dall’autore per Giuppy. Da lì abbiamo costruito il look dei rimanenti personaggi, cercando d’impiegare colori diversi per ognuno, in modo che non ci fossero sovrapposizioni.
IL MESSAGGIO
Pino Serafini